Scoperta ed abbracciata la Pole Dance anni fa a Milano (una trasferta obbligata per chi si stava comunque ritagliando uno spazio importante tutto suo in provincia) grazie alla Poledance area, la danza è diventata l’altra pelle di Tania, in un percorso di continua crescita e perfezionamento, passato per risultati di prestigio già nel 2012 col tour itinerante di “Ballare che passione”, finito nella bacheca del salotto di… nonna Vanda, la consigliera, anzi, il guru, e la grande amica dell’artista prima che della nipote, fino al di fatto titolo nazionale a due passi da casa, a Modena, nel contest per professionisti dello scorso anno.
Sassuolo e l’Emilia, terra di musica, di danza, di ottima cucina (come è dura resistere…) e di buon vino, tanto che nella borsa della palestra ci sono sempre forzatamente le scarpe col tacco, i cd di Hip Hop, R&B, ma anche di rock duro (un po’ il suo sorriso contrasta con l’amato Marilyn Manson, ma a pensarci bene l’abbinamento è vincente) e , perché no, una buona bottiglia di rosso, rigorosamente fermo, il Lambrusco lo lasciamo a chi ha gusti meno raffinati.
Poi è tutta ricerca dei dettagli, cura dei particolari, per una… cantautrice della Pole, che fa tutto da sola, dalla scelta dei brani, alle coreografie, all’impeccabile look (altro Yin e Yang, nero e tinte pastello, rosa e verde in primis), al… montaggio e smontaggio degli attrezzi. E, a rovistare bene sul fondo della borsa da Eta Beta, una brugola prima o poi salta fuori, magari sotto il biglietto del viaggio di una vita, quello già affidato all’album dei ricordi (Australia) o quello che per ora, ma solo per ora, è ancora all’orizzonte, il più classico coast to coast negli States, patria delle evoluzioni che colorano l’anima e, soprattutto, di quella colonna sonora che le fa da sottofondo.